MICHELE GUZZINATI
Nasce a Ferrara il 13 settembre 1982 e fin da piccolo si accorge del fascino che lo lega alla Fotografia. È con la pellicola degli anni ’90 che inizia a cercare la sua strada fotografica, passando per paesaggi, ritratti e infine concentrandosi sulla vera e propria “Strada”, cercando di catturare attraverso l’obiettivo scene di vita vissuta.
Si trasferisce a Modena nell’era del Digitale, e con esso riconosce la passione per il Colore, trovata nella Fotografia in stile anni ’50/‘60. Fu quella un’epoca in cui il colore bene descrive la vitalità e la creatività artistica esplosiva tipica del periodo; un periodo in cui tutto assume colori intensi: macchine, stanze, vestiti, persone. La passione per gli anni 50/60 è stata quindi fonte di una passione travolgente che porta oggi Michele a catturare attraverso la fotografia i momenti più affascinanti di vari Festival dedicati e ambientati in quegli anni.
Ma è la vita di tutti i giorni, con le sue strade solite e le strade nuove, che Michele più osserva e riesce ad immortalare attraverso immagini che contengono, e forse nascondono, ciò che vuole esprimere.
Alcuni anni fa si avvicina anche alla fotografia istantanea con Polaroid e Fuji: è un’esperienza che gli permette di sperimentare la sua fantasia, e di descrivere l’emozione degli attimi attraverso un supporto e una tecnica fotografica nata proprio in quegli anni 50\60 che molto lo appassionano.
“Perché in un mondo che così di fretta, c’è bisogno di fermare qualche attimo stupendo”
www.micheleguzzinati.com MICHELE GUZZINATI
LE PIN-UP NELLA FOTOGRAFIA
Fin dal passato la forma del corpo femminile ha sempre riscosso molto interesse in qualsiasi ambito artistico.
Grazie agli “illustratori” dalla fine dell’ottocento nasce un nuovo modo di fare Arte, rendendola più reale, rivolta ad un grande pubblico
con opere aperte, chiare e comunicative, che nessun critico ha mai sentito l’esigenza di interpretare. Nasce l’icona delle Pin-up.
Le ragazze che ritraevano erano libere dall’influenza deformante del mondo, dalla moda o da un femminismo distorto. Avevano un
aspetto uguale a quello ricercato dalla maggior parte delle donne di quell’epoca e che corrispondeva in pieno a quello ricercato dagli
uomini (soprattutto quelli che tornavano dalla guerra), sexy ma allo stesso tempo casto e assolutamente americano.
Soprattutto in America, quest’arte illustrativa ebbe un grandissimo successo commerciale. L’icona delle Pin-up era ovunque: su libri,
cartoline riviste calendari e insegne pubblicitarie. Gli editori impararono che se un articolo o una storia erano accompagnati da un
immagine era più probabile che la gente li leggesse.
Basta pensare che tra centinaia di artisti e illustratori che diedero il loro contributo ai periodici americani negli anni tra il 1920 e il 1970,
circa la metà lavorava esclusivamente nel campo artistico riguardante le Pin-up per immortalare e celebrare la femminilità delle donne
americane.
Specialmente intorno agli anni 50 nella maggior parte delle illustrazioni delle pin-up la grande dominante era il colore.
Tutto era colorato, sfondi color pastello abiti provocanti e dai colori accesi e ovviamente un trucco sempre importante e con le
classiche labbra delle modelle sempre rosse.
In quegli anni anche la fotografia sfruttò questo grandissimo interesse per le Pin-up.
Spesso gli illustratori fotografavano le modelle nella posa che gli serviva e poi realizzavano le proprie illustrazioni aggiungendo dettagli
e ambientazioni, spesso abbellendo e modificando le modelle come oggi si fa con Photoshop.
Le modelle con le loro pose mozzafiato infrangevano i cuori con le loro pose ammiccanti e provocatorie. L’abbigliamento giocava sulle
trasparenze per creare un sapiente equilibrio tra erotismo e buon gusto. Su tutte, Betti Page fu considerata la regina delle Pin-up.
Divenne un icona dalla bellezza sexy e prorompente grazie ai suoi grandi occhi azzurri, i capelli neri, e il sorriso malizioso che l’anno
resa un mito per intere generazioni. Rita Hayworth divenne celebre grazie al film “Gilda” e nel 1953 fu la volta di Marilyn Monroe, fino ad
allora sconosciuta, che appare sulla prima copertina della rivista PlayBoy, diventando, insieme a Brigitte Bardot simbolo della
sessualità femminile di quegli anni.
L’evoluzione della fotografia accompagnerà fin dal principio questo grande interesse legato alle Pin-up. Dal Bianco e nero, già
usatissimo e consolidato in quel periodo, fino alla nascita e all’utilizzo di massa delle pellicole a colori.
Tra tanti fotografi ricordiamo TOM KELLEY eccc (qui vorrei fare una piccola descrizione dei fotografi più famosi)